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Diciamoci la verità: la maggior parte delle persone che frequenta la palestra bypassa lo stretching, quasi come se fosse superfluo e, addirittura, controproducente.

Ma per quale motivo?

Diciamo che, mediamente, i fattori possono essere tre:

l’ignoranza di alcuni”addetti al lavoro” della cultura fisica

la sovrastimata autostima dei “train hard”

la credenza che allenare la mobilità articolare, sia inutile

stretching

Stretching: distinguiamo tra mobilità e flessibilità?

Quando si parla di stretching in mente ci vengono due paroline: mobilità e flessibilità.

Ma sono la stessa cosa? Vediamolo insieme qui sotto.

Per flessibilità si intende la capacità di massima escursione delle articolazioni in condizione statica fisiologicamente tollerabile.

Per mobilità invece intendiamo una capacità motoria che rappresenta il presupposto per raggiungere ampiezze sufficientemente elevate nell’escursione delle articolazioni durante l’esecuzione di movimenti e nell’assunzione attiva di determinate posizioni.

E già questo ti fa capire come, molto spesso, la parola mobilità e flessibilità esca dalla bocca di alcuni addetti al lavori in maniera impropria.

Lavorare sulla mobilità e sulla flessibiltà sono due aspetti molto simili ma anche molto differenti

Ma quali sono le nozioni che bisogna assolutamente sapere sullo stretching?

Stretching: nozione 1, la flessibilità migliora con la deformazione plastica del tessuto

Spesso ce ne dimentichiamo ma il tessuto muscolare ha proprietà visco elastiche.

Ciò significa che quando sottoposto all’allungamento presenta due risposte:

1. le componenti viscose presenteranno una deformazione plastica permanente

2. le componenti elastiche tenderanno a ritrovare la lunghezza originale quando lo stiramento sarà terminato (se non si supera un certo volume di lavoro).

Nozione 2, l’effetto dello stretching dipende dal volume di allenamento

Visto che non vogliamo dirti cavolate, preferiamo mostrare le ricerche che dicono questo.

In uno studio del 2018 si è voluto studiare se ci sta una relazione tra volume di stretching e miglioramento del range di movimento (ROM).

Senza mettere numeri o numeretti, si è visto come la frequenza settimanale è positivamente associata al miglioramento del ROM.

In poche parole eseguire lo stretching almeno 5 giorni a settimana per almeno 5 minuti a settimana utilizzando lo stretching statico può essere utile per promuovere miglioramenti del ROM.

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Nozione 3, lo stretching non va a braccetto con la vascolarizzazione

L’aumento della temperatura dei muscoli dipende dalla loro vascolarizzazione

E quale è il modo migliore per ottenere questo?

Un’alternanza di contrazioni e rilasciamenti, in modo da ottenere un effetto di pompa.

Ma cosa succede durante lo stretching?

All’interno dei muscoli, durante gli stiramenti, si sviluppano tensioni elevate che causano un’interruzione del flusso sanguigno e questo contrasta con l’effetto “vascolarizzatore” ricercato.

In parole povere: evitare lo stretching prima dell’allenamento.

Nozione 4, il fenomeno (negativo e poco conosciuto) dello stretching

Un effetto negativo dello stretching sarebbe quello del “creeping”.

“E che diavolo è!?” ti starai chiedendo.

Durante uno stiramento prolungato, il tendine si allunga e questo causa una riorganizzazione delle fibrille di collagene che si allineano quando, normalmente, sono orientate obliquamente.

Tutto nella norma quindi, se non fosse che Qquesto provoca una minor efficacia del tendine nell’immagazzinamento dell’energia.

Tranquillo/a è un fenomeno reversibile, ma occorre del tempo e quindi, soprattutto nelle discipline in cui è richiesta velocità, è consigliato non eseguire stretching durante il riscaldamento!

In conclusione

Lo stretching anche se bypassato e considerato inutile è fondamentale per:

  • generare un movimento più fluido, biomeccanica­mente corretto ed anche esteticamente gradevole.
  • compiere dei movimenti con rom più ampi, mettendoci al sicuro da eventuali banali infortuni.
  • ovviare ad una serie di squilibri po­sturali che ci portiamo dietro da sempre

Ma attenzione, per quello che ti ho detto prima è sempre bene eseguirlo o con un allenamento a parte o dopo l’allenamento.

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