Che tu sia già un trainer, aspiri a diventarlo o sei un laureando in scienze motorie devi sapere che nella pratica quotidiana di un personal trainer che si rispetti si affrontano molte problematiche:
Dalla lombosciatalgia al dolore cervicale
Da chi vuole aumentare la massa a chi vuole essere più flessibile.
Una delle problematiche che ti possono capitare e soprattuttto, devi capire come affrontare, troviamo un problema alla spalla chiamato spalla congelata.
Non sai di che cosa si tratta o cosa devi fare? Tranquillo perchè in questo articolo capiremo cosa è e, sopratutto cosa devi fare.
Spalla congelata: di cosa stiamo parlando?
La capsulite adesiva della spalla, o artrofibrosi, o spalla congelata è un processo patologico in cui il corpo forma tessuto cicatriziale eccessivo o aderenze nella l’articolazione gleno-omerale, portando a rigidità, dolore e disfunzione.
Come faccio ad accorgermi che si tratti di spalla congelata?
Sicuramente l’indagine strumentale è necessaria, tuttavia un segno tipico di chi ne soffre è l’impossibilità a rotazione esterna con braccio lungo il fianco in maniera sia attiva che passiva.
Spalla congelata: è una infiammazione?
Ora fai bene attenzione a questo: che si parli di capsulite o periatrite, è presente sempre il suffiso -ite ilche significa che ci sia una infiammazione.
Tuttavia, grazie alle recenti evidenze scientifiche, sappiamo che in realtà la natura di queste patologie non è infiammatoria ma degenerativa e che il termine “periartrite” o “capsulite” risulta quindi obsoleto e poco fondato.
Difatti in questi casi abbiamo la presenza di tessuto fibroso che si viene a formare, dall’altro una degenerazione tendinea in particolare dei muscoli sovraspinato e infraspinato, e del capo lungo del bicipite brachiale.
Alcune volte le alterazioni tendinee sono asintomatiche e non è presente dolore, altre volte possono causare dolore e impotenza funzionale e la intensità può variare in base a diversi fattori tra cui il grado di irritabilità tissutale, il carico ricevuto, fattori genetici, fattori psicosociali e cosi via.
Spalla congelata: ma perchè se ne soffre?
Sono presenti varie cause per cui si scatena la frozen shoulder o spalla congelata.
Nel caso di tendinopatie la causa più importante è sicuramente l’aumento di carico sul tendine che spesso può innescare un processo tendinopatico.
Una delle caratteristiche che predispone i tendini allo sviluppo di processi tendinopatici è la ridotta affluenza di sangue.
Infatti questi sono scarsamente vascolarizzati e questo implica che anche i processi di guarigione e salute del tendine siano compromessi rispetto ad altri tessuti.
Questa combinazione di carico eccessivo e ridotto afflusso sanguigno porta ad una perdita di organizzazione del collagene e neoformazione di vasi sanguigni.
Morale della favola si avrà limitazione funzionale e dolore.
Cause di natura intrinseca ed estrinseca della Spalla Congelata:
Altre cause di natura intrinseca ed estrinseca sono:
- invecchiamento. colpisce maggiormente tra i 35 e 60 anni
- cambiamenti ormonali, colpisce maggiormente donne post menopausa
- rigidità articolatoria
- traumi diretti o traumi chirurgici
- malattie metaboliche come diabete, ipertensione, dislipidemie
- alterazioni posturali
Spalla congelata: sintomi
I sintomi più comuni sono il dolore e l’impotenza funzionale con intensità molto variabile.
Il dolore ha tipicamente un esordio lento, si inizia spesso senza un apparente motivo e va via via peggiorando (fase acuta) per poi eventualmente stabilizzarsi (fase cronica).
Generalmente il dolore è profondo in un’area ristretta che non irradia mai oltre l’inserzione del deltoide.
È un dolore acuto, sordo, descritto come uno “spillo” o qualcosa “che punge nella spalla”, o una “fitta” come una pugnalata, intermittente.
I movimenti che tipicamente possono evocare questo tipo di dolore sono l’abduzione, la flessione di spalla (in particolare nel range tra i 60° e i 120° di flessione e/o abduzione)
Tuttavia anche l’intrarotazione o l’extrarotazione di spalla lo possono scatenare.
Oltre al dolore, può esserci una crescente debolezza, riduzione del ROM e, anche se raro, lieve gonfiore locale.
Tutto ciò si può presentare anche durante il sonno: quindi capisci bene quanto la persona che può presentarsi da noi sia stressata per tutto ciò!
Spalla congelata: le tre fasi
Questa problematica segue delle fasi, che fortunatamente o sfortunatamente portano ad una risoluzione quasi completa nella metà dei casi.
Fase 1 congelamento
Caratterizzato dallo sviluppo di un dolore acuto alla spalla. Il dolore è di solito più forte la notte e durante l’attività e può essere associato a un senso di malessere che si irradia all’arto che viene tenuto in adduzione e intraruotato.
Fase 2 rigidità
Durante il quale il dolore a riposo di solito si riduce. Le attività della vita quotidiana diventano sono limitate e si lamenta l’impossibilità a raggiungere la tasca posteriore dei pantaloni, ad allacciare il reggiseno, a pettinarsi o a lavare la spalla opposta.
Fase 3 risoluzione
Si ha una lenta ripresa del movimento. Un trattamento aggressivo con fisioterapia, manipolazioni o chirurgia può accelerare i tempi di recupero, portando il paziente dalla fase “congelata” a quella di recupero se le attività per il ROM vengono praticate quotidianamente.
Spalla congelata: bisogna stare fermi?
“il movimento è vita, la vita è movimento”
Se prendiamo questa frase capisci bene che il movimento è medicina quindi previene e può anche curare.
In uno studio del 2010 sono stati confrontati gli effetti di due diversi programmi di esercizi sul dolore, il range di movimento (ROM) e i risultati funzionali nella spalla congelata.
Entrambi i gruppi erano stati trattati con stimolazione elettrica transcutanea dei nervi, impacco freddo e farmaci antiinfiammatori non steroidei ed esercizi ROM gleno-omerali.
Un’altro gruppo ha invece fatto solo gli esercizi scapolo-toracici.
Cosa si è visto?
Il gruppo che aveva avuto maggiore beneficio era quello che lavorava con esercizi scapolo toracici
In conclusione, oltre alla eventuale terapia farmacologica, oltre agli esercizi del ROM gleno-omerale, gli esercizi scapolo-toracici contribuiscono a ridurre il dolore e ad aumentare il ROM nei pazienti con spalla congelata.
Spalla congelata: indicazioni di “allenamento”
- evitare carichi elevati improvvisi, anche se ci sembra di aver risolto la problematica
- stretching e lavoro sul miglioramento del range of motion
- lavoro sul rinforzo della cuffia dei rotatori sia in stabilità che tramite lavoro muscolare ma anche su tutta la muscolatura della scapola (non te ne dimenticare, il lavoro sulla scapola è fondamentale!)
- rinforzare tutta la muscolatura che comprende bicipite, tricipite, deltoide, gran dorsale e pettorale
- nelle fasi finali, quindi quando si risolve, inserire esercizi funzionali come il turkish get up