Una delle tante problematiche con cui un personal trainer, o un aspirante, deve scontrarsi è il cosidetto gomito del golfista o, come viene anche spesso chiamata, epitrocleite.
Solo la parola fa rabbrividire sia atleti che neofiti.
Naturalmente la prevenzione è l’arma contro questa problematica, ciononostante ora ti faccio questa domanda:
E se ti capita un soggetto con epitrocleite sai cosa devi fare?
Naturalmente una delle risposte può essere “lo mando dal fisioterapista o dal medico”.
Ma se fosse lo stesso medico e fisioterapista che lo rimanda a te?
Se vuoi capire come approcciarti a questa problematica, se anche a te balena nella testa la domanda “e adesso che razzo faccio?” allora sei nel posto giusto.
Perchè devi conoscere tre cose riguardo questa problematica, pronto?
Epitrocleite ed allenamento: non solo il tendine fà male
Spesso si imputa come causa l’eccessivo stress a livello tendineo della porzione mediale del gomito.
Ciononostante questa problematica può essere scambiata con altre problematiche quali:
- patologia intrarticolare
- radicolopatia cervicale
- artrite reumatoide
- disfunzioni costali
Quindi prima di definire una epitrocleite bisogna fare una attenta differenziale rispetto a queste problematiche (spesso fatta da fisioterapista o medici).
Epitrocleite ed allenamento: trattamento conservativo “is the new way”
Spesso si usava come trattamento quello farmacologico o, addirittura operatorio!
Tuttavia si è visto che spesso questa problematica non scatena infiammazione e dunque l’uso di fans o cortisonici può non migliorare la condizione, anzi spesso la peggiora.
Per questo motivo il lavoro “muscolare” è il metodo migliorare per risollevare il morale di chi ne soffre.
La letteratura sul trattamento di un’epictrocleite suggerisce che gli esercizi di rafforzamento e allungamento sono le componenti più importanti dei programmi di esercizi, perché i tendini dovrebbero essere non solo forti ma anche flessibili.
Epitrocleite e allenamento: riposare o non riposare? Questo è il dilemma
Hai dolore? Allora come prima cosa riposati.
Quante volte abbiamo usato il riposo come panacea a tutti i mali.
Ma è veramente efficace? A meno che tu non ti sia rotto completamente il braccio, il riposo assoluto e l’astinenza dai carichi sono, in questo caso, controindicati poichè può ridurre la resistenza meccanica del tendine, portando a cambiamenti tendinopatici degenerativi dovuti alla mancanza di uno stimolo meccanico.
Infatti, l’allenamento abituale comporta un maggior turnover del collagene tendineo, mentre l’inattività riduce la sintesi e il turn over di quest’ultimo.
Epitrocleite e allenamento: e quindi?
“E quindi?” ti starai chiedendo.
E quindi questa problematica è molto presente in palestra e conoscerla e sapere come approcciarsi è una arma in più che può differenziare la tua figura da personal trainer all’interno di un grande (o anche piccolo) centro sportivo, per questo motivo è importante specializzarsi con il corso di Personal Trainer Recovery Specialist Wepa Science.