Gli infortuni sono un evento abbastanza frequente negli sportivi, anche se in percentuale e numero minore questi possono insorgere anche in palestra.
La stragrande maggioranza di persone che si avvicina alla cultura fisica è un neofita e spesso e volentieri presi dalla foga non si pongono le dovute accortezze.
Con poche e semplici regole è possibile ridurre al minimo sindacale la possibilità di trauma.
Purtroppo, queste vengono viste come una perdita di tempo o come cose inutili, adattate solo a chi pratica sport ad alto livello.
L’obbiettivo di questo articolo è chiarire cosa è meglio fare e come farlo per allenarsi in piena sicurezza e tranquillità.
Non farsi male in palestra: Le principali cause di infortunio
Sono proprio i dettagli a fare la differenza.
Buona parte di chi si allena trascura questi dettagli che possono portare ad eventi spiacevoli è sicuramente prevenibili.
Spesso il riscaldamento risulta insufficiente o addirittura assente, i carichi di allenamento sono mal gestiti e le tecniche esecutive per nulla curate.
La situazione non migliora se chi entra in sala pesi viene abbandonato a se stesso con una scheda di allenamento prestampata.
Questo per dire che spesso la colpa sta da entrambe le parti, sia in termini di disinformazione che di scorretto approccio alla persona.
1) Non farsi male in palestra: Primo condizionamento
Il primo condizionamento è una fase fondamentale dell’allenamento.
Questo serve a “condizionarsi“ all’attività che vorremo iniziare a svolgere, potenziando le capacità in modo progressivo.
Si tratta della primissima fase di adattamento del nostro corpo, senza la quale non saremo in grado di progredire in maniera efficace.
Questo va svolto a seconda del livello di preparazione del soggetto, alla sua storia clinica e alle necessità morfologiche e personali.
2) Non farsi male in palestra: Il riscaldamento
Il riscaldamento è la parte iniziale di ogni allenamento, non può proprio mancare.
L’obbiettivo è appunto quello di “riscaldare“ rendendo i tessuti molli come muscoli, tendini, legamenti ecc. più malleabili e flessibili.
Il riscaldamento si divide in due sottogruppi: riscaldamento generale e riscaldamento specifico.
Il generale serve a riscaldare a livello globale l’organismo e può essere svolto con l’ausilio di macchinari aerobici quali tapis roulant o cyclette.Lo specifico invece consiste nell’imitare l’esercizio che si dovrà svolgere, andrà quindi a preparare il compartimento muscolare che sarà interessato a breve.
3) Progressione
Per progressione si intende che i carichi di allenamento, la difficoltà esecutiva ecc. devono partire da un livello base che andrà crescendo.
In questo modo l’organismo potrà adattarsi e quindi migliorare di volta in volta evitando fastidiosi fastidi.
4) Mobilità e flessibilità
No, lavorare con i sovraccarichi non è sintomo di poca flessibilità.
Più un muscolo si trova in accorciamento più le possibilità che lui o il suo tendine si lesionino sono alte.
Per evitarlo basta prevedere delle sessioni di mobilità o stretching che hanno l’obbiettivo mantenere o aumentare il livello di flessibilità e mobilità muscolare e articolare.
5) Stanchezza e distrazione
Le distrazioni causano spesso danni importanti, soprattutto su chi utilizza carichi elevati.
Durante l’allenamento va mantenuto un alto livello di concentrazione su quello che si sta facendo, senza perdersi in chiacchiere e pensare ad altro.
Gestione del carico, tecnica esecutiva e respirazione sono punti da osservare costantemente quando ci si allena.
6) Scarico
Di norma ogni 3 – 4 settimane di allenamento bisognerebbe prevedere una settimana di scarico.
Questa è fondamentale per permettere al corpo di recuperare adeguatamente e non trovarsi in una perenne condizione di stress.
Lo scarico può essere attivo quando si continua ad allenarsi diminuendo i carichi di allenamento.
Oppure passivo quando si interrompe momentaneamente l’attività sportiva.
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