preoccupazione crescente per l’influenza aviaria: rischio per mammiferi ed esseri umani
L’allarme lanciato dal virologo Matteo Bassetti riguardo l’influenza aviaria mette in luce l’aumento del rischio di contagio tra i mammiferi e la possibile minaccia per l’umanità. Con il ricordo della pandemia da Covid-19 ancora vivido, il mondo si prepara a una eventuale nuova sfida sanitaria.
il crescente contagio tra mammiferi
Di recente, Matteo Bassetti, direttore del reparto malattie infettive presso l’ospedale San Martino di Genova, ha sollevato preoccupazioni sull’incremento dei contagi da influenza aviaria tra i mammiferi. Questo riflette un cambiamento significativo nell’ecologia del virus, inizialmente riscontrato solo tra i volatili, ma ora evidente anche tra animali domestici e selvatici.
L’evoluzione del virus ha portato a infezioni tra bovini e gatti, animali che spesso vivono a stretto contatto con gli esseri umani. Questa interazione più ravvicinata tra uomini e animali infetti amplifica il rischio di trasmissione della malattia, un quadro che nei mesi recenti è emerso con crescente frequenza. Gli allevamenti di pollame, dove il virus ha trovato il suo primo ambiente ideale di diffusione, giocano un ruolo centrale in questa dinamica, diventando epicentri di diffusione non solo per gli animali stessi ma potenzialmente anche per l’uomo.
Il timore di un salto di specie, ossia il passaggio del virus all’uomo, si fa concreto, e le autorità sanitarie sono in allerta. Questo mutamento epidemiologico, che vede il passaggio del virus da specie non umane a esseri umani, non è solo una questione di interesse accademico, ma un preciso campanello d’allarme per chi pianifica la salute pubblica.
contagio tra esseri umani: una minaccia reale?
Durante un’intervista televisiva, Bassetti ha avvertito del potenziale passaggio del virus dell’influenza aviaria da uomo a uomo, un rischio ritenuto ormai vicino. L’adattamento del virus agli esseri umani, benché non ancora avvenuto in maniera estesa, è un fenomeno noto in virologia, come testimoniato da precedenti patologie che hanno compiuto il medesimo percorso.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità mantiene un attento monitoraggio delle varianti influenzali, consapevole che un simile evento potrebbe scatenare una nuova pandemia. Questo scenario, sebbene speculativo, non è al di fuori del reame delle possibilità scientifiche e operative, richiamando alla mente l’esperienza del Covid-19 con cui il mondo si è confrontato di recente.
Anche se un contagio tra esseri umani non si è ancora materializzato, l’eventualità di un tale sviluppo, in un contesto già fragile e segnato da perdite umane e difficoltà economiche, è qualcosa che non deve essere preso alla leggera. Un altro punto chiave sottolineato da Bassetti è la necessità di investimenti nella ricerca scientifica e di misure di prevenzione sanitaria più robuste.
la gravità potenziale dell’influenza aviaria
L’influenza aviaria, storicamente, ha dimostrato una letalità preoccupante che supera di gran lunga quella del Covid-19. Negli anni ’90, l’infezione aveva un tasso di letalità tra il 30% e il 50%, un dato che sottolinea il pericolo intrinseco del virus se dovesse adattarsi per infettare l’uomo.
Bassetti ha evidenziato queste cifre per contestualizzare il potenziale impatto devastante di un’ipotetica pandemia di influenza aviaria. Gli allevamenti di pollame, che fungono da serbatoi naturali del virus, rappresentano un rischio elevato per il passaggio successivo nell’uomo, una volta che contatti diretti o indiretti permettano il salto di specie.
L’urgenza di prepararsi adeguatamente per fronteggiare questo rischio non può essere sottovalutata. Pianificare ed esercitarsi per rispondere a una possibile emergenza sanitaria influenzale è un impegno strategico. Le lezioni apprese dal Covid-19 devono ispirare un approccio proattivo, dove la prevenzione e la prontezza diventano priorità non negoziabili.
la sfida della preparazione sanitaria in italia
Matteo Bassetti ha espresso preoccupazione riguardo alla preparazione dell’Italia di fronte a una potenziale nuova crisi sanitaria. Sebbene il paese abbia sviluppato un piano pandemico, il virologo ha fatto notare debolezze nell’attuazione pratica delle misure previste. La pandemia di Covid-19 ha messo in evidenza delle carenze strutturali nel sistema sanitario nazionale, che potrebbero compromettere la risposta a future emergenze.
Tra le principali criticità sollevate, vi è la perdita di fiducia da parte dei cittadini nei confronti dei professionisti della salute, un fattore che complica ulteriormente il panorama della sanità pubblica. La ricostruzione di questo rapporto di fiducia è cruciale per assicurare che le strategie sanitarie siano efficaci e che le popolazioni seguano le misure di prevenzione e trattamento.
Queste problematiche richiedono un’attenta considerazione da parte delle istituzioni. Investire nella formazione del personale sanitario, migliorare le infrastrutture ospedaliere e garantire una comunicazione trasparente ed efficace con il pubblico sono passaggi essenziali per aumentare la resilienza del sistema sanitario e salvaguardare la salute pubblica.
Bassetti insiste sull’importanza della vigilanza e della preparazione, consapevole che un ritardo nelle azioni potrebbe esacerbare l’impatto di un’eventuale nuova emergenza sanitaria. Mentre i paesi di tutto il mondo riflettono sulle lezioni apprese durante la pandemia di Covid-19, l’Italia è chiamata a modernizzare il proprio sistema di servizi sanitari per affrontare criticità presenti e future.
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